Il Bicciolano
Il fu Carlin Belletti, famoso se non leggendario concittadino, ha da sempre rappresentato nell’immaginario dei vercellesi lo spirito di rivalsa contro soprusi e le ingiustizie; motore delle sue azioni sempre il desiderio di un mondo migliore in cui tutti gli uomini e le donne possano essere rispettati. Le sue origini popolane non hanno fermato il suo carattere, infatti viene sempre descritto come un uomo spiritoso, dotato di un’intelligenza pungente e soprattutto innamorato della sua Bela Majin con cui condivideva il grande amore per libertà e per la città di Vercelli. Le vicende del Belletti si snodano tra la storia e le nebbie della leggenda: si dice che venne imprigionato ad Ivrea, liberato, portato in trionfo a Vercelli e che spinto dal suo fervore patriottico trovò la morte durante la battaglia di Palestro.
Ma perché Bicciolano? Quando è nato il Bicciolano?
Anche in questo caso le origini vengono a trovarsi tra le pieghe della leggenda. Si narra che nel 1809, nell’area del mercato vecchio un burattino vestito con la moda borghese del Settecento intrattenne il pubblico con una poesia dai risvolti satirici:
Mi l son ‘na maschera nova
Son nassì ‘ntì si dì travalà
E l port i culur dia nostra Sità.
Am crèdu ‘n povar tutulu
E tùti ‘n tribùlu
mi… l iass ch’ ai fassu
son tant mè vui-autri
jù ‘mpara supurtè.
Ma se m’sècu la gloria
Là scatt mè ‘na mola
M’ lass nen maltratè.
Son tant mè vui-auitri:
I son. BICIULAN!
Allo stesso personaggio viene inoltre attribuita la frase: “Libertè, Fraternitè, Libertè … lur an carossa e nui a pè”. Ed ecco che quindi il personaggio burattino si fonde con il personaggio in carne ed ossa entrambi accomunati da forti sentimenti patriottici in difesa della Città e di tutti i cittadini.
Il Bicciolano veste un costume settecentesco di panno color marrone chiaro, rifinito di giallo, e decorato con gli alamari. Il farsetto è verde pastello, le calze sono a righe bianche e rosse indossate con le caratteristiche scarpe dalla grande fibbia e il tacchetto rosso. Immancabile il tricorno simbolo di riconoscimento di questa famosa figura su cui spicca la coccarda tricolore che richiama i colori del vestito. La figura del Bicciolano nel corso degli anni si è evoluta e modificata eppure, oggi come ieri, rimane il personaggio in cui tutta la città si riconosce; incarna la bontà e la generosità della gente di campagna, è altruista verso chi ha più bisogno, pronto ad intervenire per difendere la sua Vercelli. Ogni anno la storia si ripete, il Bicciolano e la Bela Majin, insieme alle altre maschere, indossano il loro vestito migliore per portare un sorriso a grandi e piccini.
Questa è una storia di cuore e di passione. È la storia del Bicciolano e in fondo è la storia di Vercelli.
Albo d'oro Bicciolano
ANNO | |
1948 | Pinuccio Ungaro |
1951 | Dino Lojacono |
1952-1956 | Piero Romagnolo |
1957-1960 | Renato Gadina |
1961-1962 | Guido Rossi |
1963-1975 | Renzo Bossola |
1976-1981 | Renzo Roncarolo |
1982 | Enzo Grolla |
1983-1994 | Franco Fornara |
1995-1999 | Enzo Grolla |
2000-2004 | Roberto Mosso |
2005-2009 | Ermanno Corona |
2010-2012 | Andrea Cherchi |
2012-2014 | Andrea Cherchi |
2015-2019 | Luca Vannelli |
2020-2022 | Enrico Rampazzo |